
Si diceva fare l’uncinetto, oggi lo si chiama crochet, ma l’attività del lavorare un filato con uno strumento uncinato di circa 15 cm, a diametro variabile, non è mai tramontata, solo dimenticata e rivalutata nel corso del tempo. Come tante altre attività, l’uncinetto era praticato dalle donne per realizzare capi d’abbigliamento a basso costo per la famiglia e/o per vederne ed incrementare l’economia domestica, fino a che la produzione industriale ha aperto al consumismo, alla produzione in serie e quindi l’abilità manuale ha perso il senso pratico ed è diventata obsoleta, quasi derisa per ricordarci i tempi andati delle nonne. E mentre alcune donne continuavano a lavorare con l’uncinetto prevalentemente per decorare e arricchire il tessile casa, quindi più per hobby che per necessità, nel 1977, con la la riforma della materia scolastica Applicazioni tecniche, le ragazze delle medie smettevano di imparare a lavorare a maglia e a ricamare. Negli ultimi decenni l’industria della moda, più abile nel rinnovare che nell’innovare, ha rivalutato la maglieria fatta a mano, impadronendosi di un’artica arte per portarla sulle passerelle. I vestiti e gli accessori indossati con spirito ribelle dai ragazzi degli anni ‘60 e‘70 oggi sono diventati oggetti di lusso e il lavoro ad uncinetto è diventato un fenomeno, ha creato gruppi di lavoro, pagine social, tendenza e addirittura attività terapeutiche. Per comprendere meglio questo fenomeno ho incontrato alcune attiviste dell’uncinetto.
Doriana è una giovane socia della Casa delle Donne di Scicli, che con alcune coetanee ha deciso di organizzare un corso di crochet under 35, conciliando tradizione, moda e voglia di stare assieme, con entusiasmo e creatività e l’intento di imparare divertendosi.
Doriana, come è nata l’idea del corso di uncinetto?
Con le mie coetanee della Casa delle Donne di Scicli, abbiamo pensato di organizzare un’attività che potesse coinvolgere altre ragazze, quando ho visto su Istagram la pagina di Denise dedicata al lavoro del crochet, l’ho contattata e lei si è resa disponibile a farci un corso che è iniziato pochi giorni fa con quindici partecipanti.
Vi ha motivato più la moda o il desiderio di socializzare?
Cercavamo un qualcosa da fare assieme piuttosto che stare a casa da sole o sui social, il corso di crochet è apparsa a tutte un’ottima idea: realizzare borse e accessori che vanno di moda con un’insegnante nostra coetanea. Lavorare un manufatto non è come acquistare un oggetto in negozio oppure online: impariamo una tecnica, ci esercitiamo con un’attività manuale, risparmiamo denaro e investiamo in amicizia.
Denise, l’insegnante, mi racconta che lavora all’uncinetto da quando aveva 12 anni. Si è appassionata vedendo lavorare alcune signore di Scicli dalle quali ha accuratamente appreso la tecnica, ma anche la tradizione e la cultura di questa attività e d’allora ha sempre cercato di portare avanti questa sua passione. Di recente ha aperto una pagina sui social in cui pubblicizza tutto ciò che realizza attraverso il lavoro ad uncinetto “con qualche briciolo di novità, creando borsette e vari accessori di tendenza”. Denise adora questa sua passione e cerca sempre di tramandarla e condividerla perché a suo parere “l’arte del fatto a mano non dovrebbe mai tramontare!”
Per le Mamme di Modica fare l’uncinetto ha una valenza prevalentemente sociale. Arianna, capofila del gruppo, mi spiega infatti che il movimento è nato con l’intento di accendere un riflettore sui problemi della città, soprattutto su Modica alta, quartiere in via di spopolamento e a rischio degrado. Attraverso il recupero della tradizione artigianale si confezionano coperte per offrire protezione alle persone emarginate e bisognose, con un forte richiamo ai valori costituzionali e ribadendo, coperta dopo coperta, i diritti di ogni cittadino.
Arianna come e quando realizzate le coperte?
Le coperte sono realizzate producendo ad uncinetto mattonelle di lana che poi vengono assemblate. Ogni mattonella è diversa dall’altra perché realizzate con filati regalati (non accettiamo denaro e le coperte sono tassativamente donate) quindi non possiamo progettare disegni e colori, seguiamo la nostra fantasia secondo i filati che abbiamo al momento. Ci riuniamo a fare l’uncinetto in luoghi simbolo della città per richiamare l’attenzione: di fronte al tribunale di Modica e Villa Cascino chiusi da tanti anni, presso scuole, biblioteca e associazioni. Appuntamento fisso è il mercoledì pomeriggio presso l’Istituto Maria Ausiliatrice dove su richiesta insegniamo l’uncinetto e raccogliamo gomitoli da chi ce li vuole donare.
Quindi per voi l’uncinetto è un’attività socializzante?
Cerchiamo d’insegnare questa antica pratica manuale alle nuove generazioni per dare una valida alternativa ai social. L’uncinetto sottrae dall’isolamento anche le persone anziane, spesso pensionate con pochi interessi, ma che in quest’attività hanno trovato uno sprono per incontrarsi e fare qualcosa per se e per gli altri. Grazie all’uncinetto abbiamo conosciuto tante associazioni in tutt’Italia, abbiamo ricevuto gomitoli da Liliana Segre, ci siamo occupate di varie problematiche, le coperte sono quindi la somma di storie, di esperienze, e d’impegno che doniamo a chi ne ha concretamente bisogno. Ah, dimenticavo che siamo un movimento aperto a tutte le persone, ci chiamiamo “mamme” semplicemente perché è una parola che evoca i valori dell’accoglienza e della solidarietà.
Sia le ragazze della Casa delle Donne Scicli che il Movimento Mamme di Modica invitano tutte le lettrici e lettori ad aderire alle loro attività.