Uno dei programmi più innovativi della TV italiana, andato in onda su Rai3 all’interno di altri programmi come Blob, Avanzi, Fuori orario, a metà degli anni novanta del secolo scorso, è stato certamente Cinico TV.
Ideato dai due registi Daniele Ciprì e Franco Maresco, il programma consisteva in una serie di piccole “interviste”, con i due registi sempre fuori campo, a dei personaggi “diversi”, fuori dai cliché, squallidi, sullo sfondo di una irriconoscibile Palermo, che sarebbe potuto essere qualunque posto della Sicilia, del mondo. Interviste sempre in bianco e nero, proprio per accentuare lo squallore delle persone e la desolazione dei posti.
Diversi i personaggi che popolavano il programma: il ciclista Tirone, lo scorreggiatore Paviglianiti, i fratelli Abbate, il terribile Rocco Cane. E poi il più famoso, Pietro Giordano, meglio conosciuto come il Signor Giordano.
Pietro Giordano era nato a Palermo nel 1948. Aveva fatto la maschera al teatro Biondo e, si dice, aveva lavorato per due giorni alle Ferrovie dello Stato. Poi, pur non essendo povero, aveva scelto di vivere di elemosina ed espedienti. Così lo ricorda Franco Maresco: «Era figlio di un camionista e per un periodo a casa ebbe la cameriera. Aveva una ricca collezione di polo Lacoste ma era ossessionato da due paure: rimanere indigente ed essere obbligato a lavorare. Era convinto che prima o poi gli avrebbero concesso la pensione: per questo non amava comparire in TV, almeno all’inizio. Ma aveva cinismo, ironia e la battuta sempre pronta, così aveva imparato rapidamente i tempi teatrali riuscendo nel film “Cagliostro” a tenere testa a un attore del talento di Robert Englund».
Maresco si riferisce a Il ritorno di Cagliostro, il film diretto dai due registi palermitani nel quale Giordano interpreta due personaggi, il cardinale colluso con la mafia Sucato e Pino Grisanti, il regista che doveva dirigere il film.
«Era un grande amico. Giordano aveva più degli altri ‘nostri attori’ perfezionato i tempi del cinema. Come quando recitò con Robert Englund. Ecco, quello è uno dei ricordi più belli che ho di lui. Ma anche tutto quello che insieme abbiamo fatto rimane indimenticabile», aveva dichiarato Daniele Ciprì in occasione della sua morte.
Quando si era chiusa la fase “Cinico TV”, Giordano era ritornato alla sua realtà: «Sono tempi duri: non c’è lavoro, non c’è denaro, bisogna arrangiarsi…». E così aveva iniziato ad interpretare l’arte dell’arrangiarsi. A volte lo si vedere chiedere l’elemosina davanti alla Martorana o alla Cattedrale, ma non era raro vederlo a passeggio per le vie del centro di Palermo, sempre disponibile alla gag o alla battuta con chi gliene chiedeva una.
«Ogni tanto provava da “imbucarsi” ai matrimoni», il racconto è di Maresco. «Una volta però venne scoperto dai familiari degli sposi e che, per sottrarsi alle loro ire, si era rifugiato in bagno per poi scappare dalla finestra».
Pietro Giordano è morto a Palermo il 26 gennaio 2017. Ma la sua maschera resterà sempre nei cuori di chi lo ha amato come “Signor Giordano”.
«Signor Giordano, lei è un fallito?»
«Sì, sono un fallito!»

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