Era il 1947 quando il regista Luigi Zampa apre il suo film Anni Difficili con un piano sequenza su Ragusa Ibla e poi su Modica. È sicuramente il primo film girato nel sud est della Sicilia, a quei tempi nessuna delle città, oggi patrimonio Unesco, era consapevole del proprio valore storico e artistico. Una Modica illibata, incontaminata dalla modernità e dal turismo, accoglie la troupe cinematografica per riprendere la vicenda della famiglia Piscitello; dal 1930 al 1944 sono tanti gli avvenimenti e i fatti storici che segnano i personaggi e la città.
Quando nel 2008 il film torna a Modica, dopo il restauro e la proiezione in anteprima alla mostra di Venezia, la città non è certo più la stessa, tanto che molti cittadini avranno stentato a riconoscere luoghi e ambientazioni della Modica post-bellica. Non di certo Salvatore Parisi, un ometto sciclitano, ormai novantenne che ebbe un piccolo ruolo nel cast senza mai vantarsene, perché diceva che anche nel film svolgeva semplicemente il suo lavoro di capotreno. Per celebrare il ritorno in città del film, la Regione Sicilia, la provincia di Ragusa e Comune di Modica patrocinano un programma di incontri, mostre e proiezioni che si inaugura il 30 novembre del 2008, con una mostra fotografica e documentaria sul film. La rassegna ospita dibattiti e seminari tenuti da critici e autori cinematografici, nonché un incontro con i restauratori della pellicola.
Con questo film lo scrittore Vitaliano Brancati inizia a collaborare come sceneggiatore col regista Luigi Zampa, seguiranno poi Anni facili (1953) sul mancato rinnovamento della società italiana del dopoguerra e L’arte di arrangiarsi (1955) sull’arrivismo ed il trasformismo tipici dell’italiano che si dà alla politica. Vitaliano Brancati, a differenza del registra romano, nasce e vive nel sud est siciliano (Pachino, Modica, Catania), trasferitosi a Roma conosce Moravia e altri scrittori, si distacca dal fascismo e cambia rotta anche nei contenuti letterari. È sicuramente questo ripensamento che lo rende così critico e ironico nei confronti del regime, critica che emerge magistralmente nel film Anni difficili, tratto dal suo racconto Il vecchio con gli stivali, satira politica e spregiudicata del trapasso dal fascismo all’antifascismo.
La scelta di Modica è voluta da Vitaliano Brancati per essere fedele al suo racconto e per omaggiare la città della sua giovinezza, forse non era una scelta imprescindibile, ma sicuramente aprì la strada alla vocazione cinematografica del sud est siciliano, non a caso Luigi Zampa tornò nel 1975 per girare Gente di rispetto a Ragusa.
In Anni difficili, regista esceneggiatoremettono dunque a nudo il vizio italiano del voltafaccia politico, dell’incoerenza e del qualunquismo; il nocciolo del film è il dramma grottesco di Aldo Piscitello, impiegato comunale costretto dal podestà al tesseramento al partito fascista, e poi dallo stesso accusato di tradimento e licenziato nel 1944. Tormentato dal dubbio se mantenere la famiglia o tenersi fuori dalla politica, il Piscitello chiede consiglio gli antifascisti di Modica, ma riceve solo una risposta codarda: “scegli con coscienza”, sconsolato e rammaricato si arrende al tesseramento. Mentre la moglie Rosina e la figlia, lo torturano con entusiasmi e proclami fascisti, obbligandolo ad indossare la divisa balilla per sfilare alle parate fasciste, lui e la nuora si consolano attendendo le licenze di Giovanni, spedito in tutte le guerre del periodo: quella di Spagna, quella coloniale in Etiopia, e poi la Campagna d’Africa e la spedizione in Russia. Quando da Radio Londra arrivano le prime notizie delle sconfitte italiane, suocero e nuora non sanno se gioirne o meno: vorrebbero la fine della guerra, la sconfitta del regime, ma sanno che il loro Giovanni potrebbe rimetterci la vita. Aldo Piscitello così esprime tutta la drammaticità del momento: “desiderare la vittoria del nemico, a questo ci hanno ridotto”.
Anni difficili, purnella sua drammaticitàneorealista è farcito da episodi ironici come quello della rappresentazione della Norma presso il Teatro Garibaldi di Modica. I funzionari fascisti non appena ascoltano qualche verso cantato che a parer loro offende la gloria della Roma antica, chiamano a rapporto il direttore del teatro, e libretto dell’opera alla mano, correggono e censurano all’istante il dramma musicato dal Bellini! Qualche affettuoso sorriso lo scambiamo anche con Aldo Piscitello, tutte le volte che torna stremato dalle parate fasciste e s’ingegna a fatica per togliersi gli scomodi stivali, accessorio imprescindibile della divisa fascista.
Mentre scorre il piano sequenza iniziale compare un pensiero di Vitaliano Brancati:
“Ridere dei propri difetti è la virtù migliore dei popoli civili”
Scheda Film
Regia Luigi Zampa Con Massimo Girotti, (Giovanni Piscitello) Umberto Spadaro (Aldo Piscitello) Ave Ninchi (Maria Piscitello)
Genere Drammatico
Produzione Italia, 1948
Durata 113 minuti
Rita Luciani nasce a Roma nel 1968, dopo la Maturità Classica si trasferisce a Modena, lavora e si laurea in Sociologia. Dal 2019 è residente a Scicli (RG), da pensionata e grata alla vita, si dedica alle sue passioni e ai suoi hobby.
© Operaincerta. All Rights Reserved. Designed by HTML Codex