Quest’anno la statuina del presepe denominata ‘u spavintatu‘a stidda, (colui che è spaventato dall’apparizione della stella cometa) avrebbe desiderato uscire un po' prima dalla scatola dove è riposto insieme alle altre statuine, una cometa è infatti apparsa a metà ottobre nel nostro emisfero, si chiama Tsuchinshan-Atlas, meglio conosciuta come C/2023 A3. La stella cometa è stata visibile un po' ovunque, ma la statuina de ‘u spavintatu‘a stiddaè una prerogativa tutta siciliana e in parte calabrese. Qui in Sicilia lo spaventato (oppure u scantatu) è un personaggio importante nel presepe: si tratta di un uomo che allarga le braccia con gli occhi sbarrati, stupito, intimorito da ciò che sta vedendo. Al contrario delle altre statuine, lo spaventato non svolge alcuna attività: non vende niente, non bada alle pecore, non suona la zampogna, non porta legna o altro; se ne sta davanti alla grotta con le braccia aperte e lo sguardo rivolto verso il cielo, con la testa reclinata all’indietro e l’aria stupefatta e turbata. Lo sgomento deriva certamente da una visione sconvolgente e imprevista come l’apparizione dell’angelo e della cometa, non certo dalla scena di un’umile famiglia con neonato circondata da animali innocui come l’asino e il bue.
La tradizione vuole che San Francesco d’Assisi nel 1223 realizzò a Greccio il primo presepe vivente, rendendo comprensibile a tutti, prevalentemente alla popolazione analfabeta, la scena della natività descritta nelle sacre scritture. Pur rientrando nell’iconografia cristiana, il presepe ebbe da subito una valenza popolare più che ecclesiastica, nel corso dei secoli, infatti, si caratterizza per la riproduzione di caratteristiche architetture e paesaggistiche proprie della città o del luogo dove veniva allestito. Se la sacra famiglia e altri personaggi fondamentali li ritroviamo in ogni rappresentazione, le statuine dei personaggi secondari si adattano al contesto storico e geografico, come le famose statuine del presepe napoletano.
In Sicilia il valore popolare della tradizione del presepe si manifesta anche nel proverbio derivato da:‘u spavintatu‘a stidda quando qualcuno si mostra pavido o eccessivamente preoccupato per qualcosa, gli si dice: pàri cuòmu‘u spavintàtu‘a stìdda! Da questo detto popolare potremmo trarre l’ammonimento di non farci prendere dal timore, dall’ansia della novità, ma anche di non smettere mai di stupirci, di provare emozioni, di non perdere l’innocenza e la candida meraviglia di fronte ad un accadimento come l’apparizione della stella cometa.
Rita Luciani nasce a Roma nel 1968, dopo la Maturità Classica si trasferisce a Modena, lavora e si laurea in Sociologia. Dal 2019 è residente a Scicli (RG), da pensionata e grata alla vita, si dedica alle sue passioni e ai suoi hobby.
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