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Rimirare le stelle

Sara Sigona 14 dicembre 2024


"E uscimmo a rimirar le stelle": è con questo verso potente della Divina Commedia che mi accosto a documentare l'Omaggio a Giuseppe Leone, che si è svolto, sabato 7 dicembre u.s. presso la Fondazione Grimaldi di Modica, nell’ambito della sezione Chocobook del ChocoModica 2024. L'evento ha avuto come fulcro la presentazione di un opuscolo ideato e realizzato dalla prof.ssa Grazia Dormiente, storica ed etnoantropologa, legata al Maestro da una lunga amicizia, e dal fotografo Massimo Assenza, che ha ricordato la proficua collaborazione con Peppino Leone in particolari progetti. A presentare l’opuscolo, la fotografa e curatrice Emanuela Alfano, assistente per quasi un ventennio del Maestro.                                                                                                          Come pubblicista, nel 2008 ho avuto il privilegio di intervistarlo, raccogliendo le sue parole che ancora oggi risuonano come un faro di speranza e impegno. Le sue riflessioni, che ho avuto l’occasione di riportare in seno all’evento, sono parte di quel patrimonio culturale che continua a ispirare e orientare chi, come me, ha avuto la fortuna di avvicinarsi al suo pensiero.                                 È stato un tributo intenso e ricco di emozioni alla memoria di Peppino Leone. Si è rivissuto il suo lavoro, ricordando sodalizi e collaborazioni fondamentali, per poi, un po' come accadde a Dante e Virgilio, volgere lo sguardo verso la luce che ci è stata donata dalla vita e dalle opere del grande fotografo. Oggi, con questo omaggio, non lo ricordiamo solo per ciò che ha fatto, ma per continuare a guardare a imparare dalla sua visione, dalla sua passione, dal suo amore profondo per la nostra terra.                                                                                                                                                 La connessione tra il "rimirar le stelle" di Dante e l’omaggio a Peppino Leone diventa così un invito a riflettere su come, in questi tempi bui sopraffatti da immagini veloci ed effimere, di cui è incerta anche l’autorialità vista la capacità generativa dell’IA, il suo lavoro in bianco e nero è un vero e proprio atto di resistenza, perché ha in sé ricerca, qualità e profondità, valori che possano rischiarare il nostro tragitto verso il futuro, come una luce nell'oscurità.
Ripercorriamo le tappe e i momenti della serata, approfondendo con le relatrici, protagoniste di un racconto che ha incuriosito, toccato ed emozionato il pubblico presente.

Prof.ssa Dormiente, da dove nasce l’idea dell’Omaggio a Giuseppe Leone?
L’omaggio è stato voluto da me e da Massimo Assenza poiché la fotografia di Leone è un magico stupore sospeso nel tempo e nello spazio. La sua fotografia ci fa pensare alla scrittura a cui ha accennato il grande narratore Italo Calvino. Personalmente so che l’occhio di Peppino Leone era la sua stessa anima che illuminava le pietre, gli alberi e le sinuosità del nostro paesaggio, nonché le ancestrali gestualità della civiltà contadina e artigianale. Fotografie che raccontano la memoria, la storia e soprattutto l’umanità racchiusa in questa Sicilia sud- orientale, che si affaccia sul mare e che sente da sempre il fascino della “visibilità”, come diceva nelle sue Lezioni americane Italo Calvino.
Lei è legata da un’amicizia lunga decenni a Peppino Leone…
Ho conosciuto Peppino, quando insegnavo a Ragusa all’Istituto Chimico, e lui soccorreva me e lo storico Giuseppe Miccichè, direttore della rivista “Pagine dal sud” del Centro Studi Feliciano Rossitto nella stampa del periodico.
Cosa le è rimasto del cammino fatto insieme al Maestro?
Mi è rimasta l’amicizia, tramite Peppino Leone, dei tre memorabili insulari: Leonardo Sciascia, Gesualdo Bufalino e Vincenzo Consolo. Nel convegno del 1986, a Chiaramonte Gulfi, dedicato a Serafino Amabile Guastella, ho ritrovato l’amico fotografo Peppino Leone e i suoi compagni, Bufalino e Sciascia, con i quali si è realizzata una piacevole e indimenticabile conversazione. Poi la redazione di “Modica_ La storia del suo cioccolato”, pubblicato nel 2015 da Gribaudo, permane come simbolo della nostra condivisione testuale e fotografica. E infine, in occasione dell’anniversario della nascita di Salvatore Quasimodo, Giuseppe Leone fu autore di una singolare cartella fotografica “Leone legge Quasimodo”, ispirata a frammenti di versi quasimodiani letti dal figlio Alessandro. Ogni parola è stata trasformata in una meravigliosa visione.
Sfogliando l’opuscolo pagina dopo pagina, tra immagini e scritti che ci offrono la possibilità di un viaggio nel sodalizio amicale e artistico di Giuseppe Leone e Grazia Dormiente e nella collaborazione tra il Maestro e Massimo Assenza, colpisce il suggestivo saluto con cui la professoressa si congeda dall’amico… Addio Peppino, a noi hai donato visioni narrate e tutelate dal tuo straordinario archivio fotografico e dai tuoi originali libri, che porteremo sempre nel cuore”.

Leggi "Alla scoperta del Maestro"

 

Sara Sigona

Giornalista pubblicista e insegnante, scrivo con la luce e con l’inchiostro sin da bambina. Fonte di ispirazione il viaggio lungo paesi del mondo e paesaggi esistenziali della contemporaneità.

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