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Aviofobia

Antonella Galuppi 14 novembre 2024

Fra i mezzi di trasporto per gli spostamenti a medio e lungo raggio, l’aereo è senz’altro quello più utilizzato. Non solo per la velocità con cui si può raggiungere la destinazione ma, altresì, per la possibilità di coprire molte tratte. Per chi vive nel profondo sud Italia, dove le infrastrutture sono per lo più obsolete (vedasi il sistema ferroviario), l’aereo è diventato essenziale per collegarsi al continente ed evitare lunghissime ed estenuanti ore di percorsi non sempre privi di imprevisti.
E se il costo dei biglietti non è proprio “economico”, tra prenotazioni on line, o “fai da te”, orari scomodi e low cost, è possibile pagare poco e arrivare alla meta ambita.
Eppure, c’è chi l’aereo non lo prende mai, pur nella necessità di farlo, perché ha paura di volare. La fobia del volo non è così rara ed è capace di condizionare la vita in modo sostanziale. Nella mente di chi soffre di questo disturbo, si innescano meccanismi psicologici delicati e devastanti. A nulla serve sdrammatizzare: chi l’ha provata, sa che può, davvero, nei casi più estremi, avere aspetti tragici molto simili al sentirsi sul punto di morire.
Se ne parla in un recente film di Margherita Buy, dove, nella duplice veste di regista e protagonista, l’attrice ne evidenzia gli aspetti salienti.
La trama di “VOLARE” è semplice: la protagonista, affetta da aviofobia, ereditata dal padre, vede condizionata la sua intera esistenza, sia in campo affettivo che in campo lavorativo. Per superare tale handicap, si iscrive ad un corso, insieme a un gruppo variegato di ansiosi come lei, desiderosi di vincere il loro timore.
Questo film è nato dall’esperienza personale della Buy, dai limiti che l’hanno condizionata molto nella vita, nel lavoro e nella sua crescita personale. Attraverso questo film ha voluto raccontare se stessa in maniera ironica.
La paura di volare si manifesta con uno stato d’ansia persistente che può esprimersi in vari modi, fino ad arrivare ad un’angoscia così profonda e incontrollabile da compromettere in via definitiva il rapporto con l’aeroplano. In tal caso, la terapia cognitivo comportamentale può rivelarsi utile. Ovviamente si può vivere bene lo stesso tenendo i piedi ben piantati a terra, ma rinunciare a viaggiare o trasformare un viaggio di qualche ora in un’odissea, non è particolarmente gratificante. Allora trovare una soluzione adeguata al problema può aiutare a ristabilire l’equilibrio interiore e restituire il piacere di spostarsi serenamente.  

Antonella Galuppi

Antonella Galuppi vive a Santa Croce Camerina (RG). Laureata in Giurisprudenza, con idoneità all’esercizio dell’attività forense, è specializzata in Criminologia e Diritto minorile. Giornalista pubblicista, ha pubblicato due raccolte poetiche (“Sciarade”, Itinerarium editrice, Modica 2003, e “L’antinomia”, Armando Siciliano editore, Messina 2016), un libro illustrato per bambini (“Spillo & Karim”, Alberti editore, Arezzo 2003). Nel 2021 ha pubblicato la raccolta di racconti “Vite a stralci”, e nel 2023 il romanzo "MareDentro", entrambi per OperaIncerta editore, Ragusa). Un suo mini-racconto, “La mascherina”, è stato inserito nell’E-book edito dalla Rai, edizione 2020/2021. Da anni opera nel settore della cultura ottenendo diversi riconoscimenti, fra cui il Premio Livatino Saetta Costa, a Catania nel 2017, per l’impegno sociale nella cultura, e il Premio Sicilia Federico II, a Modica nel 2021, per la poesia.

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