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Rita Luciani 14 novembre 2024


Con valore verso le stelle, è il motto dell’Aeronautica militare italiana, presso la cui Accademia, nel 1975, il sottotenente Giorgio Gennaio ha conseguito il brevetto da pilota e la laurea in ingegneria. Dopo tanti anni trascorsi sulla torre di controllo dell’aeroporto Leonardo da Vinci, Giorgio serba ancora la passione del volo, anche se oggi per lo più sfreccia con la moto tra il traffico di Roma. Il suo entusiasmo per il trascorso da pilota e per la carriera militare e civile ha coinvolto anche me, così colgo l’occasione di farmi raccontare da Giorgio qualche aneddoto e conoscere meglio il mondo aeronautico.

Giorgio, per quale motivo hai iniziato la tua carriera da militare e poi ti sei pensionato da civile?
Devi sapere che fino al 1980, presso gli aeroporti civili operavano solo controllori di volo dell’Aeronautica militare. L’anno precedente io e i miei circa mille colleghi, tutti controllori militari, eravamo stati tacciati di ammutinamento per aver chiesto le dimissioni dai servizi civili: prestare sia servizio militare che civile infatti comportava tanti disagi, limitazioni e turni massacranti senza adeguati riconoscimenti economici. L’intervento dell’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini fu provvidenziale, perché ci salvò dal reato militare e soprattutto fece sì che tutti i controllori militari passassero civili. In quegli anni io ero in Sicilia, dove ero stato trasferito appena dopo l’Accademia, e prestavo servizio sia all’aeroporto di Fontanarossa di Catania sia a quello militare di Sigonella, dove ricoprivo il ruolo di controllore di avvicinamento e successivamente di controllore radar. A seguito della smilitarizzazione degli aeroporti fui congedato col grado di capitano e fui trasferito a Roma, dove conclusi la mia carriera lavorativa col ruolo di responsabile della sala operativa della torre di controllo.

Il ruolo di controllore di volo sembra essere entusiasmante ma pieno di responsabilità, mi spieghi un po' come funziona?
Al Leonardo da Vinci nel 2008 io e i miei controllori gestivamo circa 1.100 aerei giornalieri. Il controllo del traffico aereo è complicato perché significa coordinare e registrare tutte le manovre di un aeromobile, dalla sua messa in moto al suo atterraggio e viceversa, coordinandosi con gli altri aeroporti, gestendo priorità ed emergenze di ogni tipo, assicurando un traffico aereo fluido e sicuro. Nel corso degli anni il lavoro si è trasformato con le nuove tecnologie, ad esempio oggi un pilota usa il joystic non più la cloche, a bordo ha piattaforme informatiche che rilevano tutti i dati necessari in pochi secondi. Un aereo non si può bloccare in volo, si può solo far ritardare l’atterraggio e il decollo e oggi, grazie ai radar estremamente sensibili, possono essere controllati orari e tempi dei voli con estrema esattezza, assicurando parcheggi liberi a terra e la  perfetta coordinazione dell’assistenza aeroportuale. Ma la sicurezza è la priorità assoluta, per questo è un mestiere di grande responsabilità.

Giorgio, in tanti anni di carriera avrai vissuto svariati episodi, c’è una storia eclatante che ti ricordi?  
All’aeroporto di Fiumicino nel 2006 si inaugurò, alla presenza delle autorità militari, il primo volo di un elicottero della Guardia forestale. Quando il pilota chiamò la torre di controllo per chiedere l’autorizzazione al decollo, io la negai perché non c’erano i mezzi di soccorso previsti per un collaudo/volo di un mezzo militare, richiamandomi alla procedura di sicurezza appresa durante la mia esperienza all’aeroporto di Sigonella. Nonostante le telefonate dei direttore dell’Enac e dell’aeroporto di Roma, autorizzai il decollo solo dopo essermi accertato che tutte le autorità militari si fossero allontanate e che due mezzi dei Vigili del fuoco fossero sul posto. L’elicottero quindi si alzò di qualche metro e poi, d’un colpo, precipitò. Rimanemmo tutti basiti e terrorizzati, d’un tratto realizzai che stava per atterrare un volo Alitalia proprio nei pressi dell’incidente, quindi contattammo urgentemente il pilota per dirigerlo altrove e appena dopo si constatò che uno delle tre persone a bordo dell’elicottero era deceduta. Io ebbi l’encomio, ma nonostante la soddisfazione per aver evitato un incidente più grave, ho ancora i brividi quando racconto questo drammatico episodio.

Riguardo all’Aeroporto di Sigonella Giorgio non mi può raccontare nulla perché è coperto da segreto militare così provo a trovare notizie su internet che qui riassumo insieme a qualche informazione sull’Accademia militare. Ringrazio affettuosamente Giorgio Gennaio per il tempo che mi ha dedicato e per le foto generosamente concesse.


Sigonella è sede di reparti dell’aeronautica militare italiana e ospita un'unità speciale dell'Arma dei Carabinieri, creata per la ricerca dei grandi latitanti di Cosa Nostra e per la prevenzione e repressione dei reati in aree rurali e montane. La base aerea inoltre ospita un contingente della Marina statunitense ed è utilizzata per operazioni NATO. https://cnreurafcent.cnic.navy.mil/Installations/NAS-Sigonella/
L’Accademia aeronautica militare ha sede a Pozzuoli, si conseguono i brevetti da piloti e l’addestramento al volo oltre alla formazione universitaria e sportiva.
https://www.accademiaaeronautica.it/


Rita Luciani

Rita Luciani nasce a Roma nel 1968, dopo la Maturità Classica si trasferisce a Modena, lavora e si laurea in Sociologia. Dal 2019 è residente a Scicli (RG), da pensionata e grata alla vita, si dedica alle sue passioni e ai suoi hobby.

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