Febbraio 2004

MONI OVADIA

Di Goldene Medine


Lorenzo Vecchiato

Lunedì 9 febbraio presso l’auditorium del Collegio San Pio X di Treviso, Moni Ovadia ha presentato il suo spettacolo “Di Goldene Medine”, dedicato a riflessioni e canzoni sul tema del viaggio intrapreso dagli ebrei d’inizio secolo verso la nuova terra promessa, la “patria d’oro” - traduzione del titolo yiddish - incarnata dagli Stati Uniti d’America. La narrazione di Ovadia, inframmezzata dalle sue famose storielle ebraiche, si è sviluppata idealmente riferendosi a due momenti, prima e dopo l’arrivo nel paese che gli emigranti immaginavano presentarsi a loro con i marciapiedi lastricati d’oro, ma che in realtà – particolarmente nei primi decenni d’immigrazione – li accolse con la brutalità dell’antisemitismo e dello sfruttamento nelle fabbriche, dove i ritmi di lavoro massacranti coinvolgevano anche i bambini. Ovadia era accompagnato dal valente pianista Carlo Boccadoro che ha fornito un solido e coerente supporto musicale, oltre ad esibirsi da solo in alcuni suggestivi brani di Irving Berlin - “White Christmas” - e George Gershwin, esemplificativi della grande influenza ebraica sulla musica americana del primo novecento: di Boccadoro e del suo apporto Moni Ovadia ha ricordato che, pur non essendo ebreo, la sua capacità e sensibilità nell’interpretare la musica klezmer si colloca ai massimi livelli. Le canzoni presentate durante la serata fornivano un ampio spaccato della cultura ebraica e delle sue tradizioni – l’attenzione e la cura per l’infanzia, la figura centrale della madre, il rivolgersi a Dio come presenza costante anche nelle atroci difficoltà; Ovadia ha cantato con struggente intensità e partecipazione, la sua voce duttile ed evocativa ha preso per mano lo spettatore accompagnandolo nel suo ideale viaggio. Interessanti ancora le proposte con cui s’è concluso lo spettacolo: un testo del poeta americano Allen Ginsberg dedicato alla madre - “Kaddish For Naomi” - musicato da Philipp Glass, ed un toccante valzer del cantautore canadese Leonard Cohen. Nel finale c’è stato spazio per l’allegria, con la virtuosistica interpretazione di canzoni più movimentate e festose le quali, condite dai passi di danza a stento trattenuti da Ovadia, hanno strappato anche nel bis calorosi applausi. La serata è stata organizzata dal Gruppo “Per l’Umana Stagione”, associazione culturale con sede a Casier in provincia di Treviso, che ha offerto al partecipe pubblico che riempiva l’auditorium la possibilità di incontrare uno dei personaggi più poliedrici e interessanti della nostra scena teatrale. Parte dell’incasso della serata sarà devoluto per i restauri delle chiese parrocchiali di Dosson e Casier, ed è singolare – oltre che benaugurale –, che a tale iniziativa abbia contribuito proprio un artista di origini ebraiche come Moni Ovadia.