Agosto 2005

sognatori di confine

I Radiodervish con la loro musica fondono magicamente esperienze culturali e musicali provenienti da mondi diversi.


Assia Gennaro

Il festival Note di Notte, che da tre stagioni a questa parte ci regala appuntamenti musicali di alto livello, ha ospitato il 12 agosto nello spazio antistante il Castello di Donnafugata il concerto dei Radiodervish, gruppo oramai affermato nel panorama musicale italiano, nato nel 1997 a Bari dall'incontro umano e artistico di Nabil Salameh, palestinese, voce e chitarre e Michele Lobaccaro, italiano, al basso e chitarre, sul palco ragusano con una ricca formazione composta da Alessandro Pipino alle tastiere, Giovanna Buccarella al violoncello, Rita Paglionico al violino, Anila Boldini alla viola, Pippo D'Ambrosio alle percussioni. Il concerto non a caso si è aperto con "Radio Dervish", uno tra i brani più belli e amati tra quelli firmati dalla coppia Salameh/Lobaccaro nella precedente formazione, gli Al Darawish. Un biglietto da visita teso a testimoniare, a partire dal nome, una certa continuità con la precedente esperienza musicale, anche nel tipo di ricerca culturale/musicale: Dar Wish infatti in persiano vuol dire "visitatori di porte", quindi una Radio, quale mezzo i comunicazione e "ponte" di avvicinamento di mondi diversi, che si incontrano e trovano terreno fertile per una propria produzione artistica giusto in Puglia, terra di confine, così come la Sicilia, che, ci ricorda Nabil durante il concerto, "ha saputo fare della diversità e dell'incontro una ricchezza umana". Le atmosfere della prima parte del concerto sono state molto vicine a quelle dell'ultimo CD, "In Search of Simurgh"*, uscito nel 2004 con la produzione di Saro Cosentino, che con Battiato scrisse I treni di Tozeur e produsse Caffè de la Paix, e gli arrangiamenti del tastierista e fedele collaboratore Alessandro Pipino, un "progetto speciale" ispirato all'opera letteraria Il verbo degli uccelli (Mantiq at-Tayr) dell'autore persiano Farid ad-din Attar (XII secolo). Il testo è un classico della letteratura sufi che racconta di un meraviglioso viaggio (metafora dell'esistenza, dell'uomo alla scoperta di sé stesso) di centomila uccelli alla ricerca del loro Dio, Simurgh. Solo trenta raggiungeranno la divinità (Simurgh vuol dire appunto 30 uccelli), rispecchiandosi in essa. Di quest'ultimo lavoro, di cui aspettiamo con ansia una versione teatrale, già in cantiere, vengono riproposte Al Maya (i venditori d'acqua) e La Falena e la Candela, con una dedica ad una cara amica. A metà concerto trova spazio un omaggio al conterraneo pugliese Domenico Modugno, con uno stupendo arrangiamento, in special modo degli archi, di Tu si 'na cosa grande, cantata in arabo e in italiano. Una calorosa accoglienza viene riservata da parte del pubblico a L'Esigenza e Centro del Mundo, dal CD omonimo, mentre un altro brano amatissimo del loro repertorio, Rosa di Turi (che trae spunto da una lettera del carcere di Antonio Gramsci), viene proposta in una versione essenziale. Una versione (un po' troppo) pop di Due Soli **, dà l'occasione a molti spettatori di Donnafugata per abbandonare le proprie sedie e avvicinarsi al palco, seguendo, anche fisicamente, più da vicino, i musicisti nel "cuore" del concerto, la parte in cui vengono eseguiti alcuni brani tra i più conosciuti e amati del gruppo, quali Gana de Trabajar, New Partisan e Taci, il nemico ti ascolta, e per finire, invocata a gran voce, Belzebù (incentrata sulla storia di un angelo caduto in terra, narrata in un racconto di Gurdjeff). Un viaggio musicale durante il quale la costante, armoniosa presenza del trio d'architraghetta lo spettatore da una parte all'altra del labile confine tra sonorità orientali e occidentali, passando per le impetuose onde rockettare dalla batteria e quelle più sofficemente pop di certi arrangiamenti del basso (presenza discreta e al tempo stesso forte di Michele Lobaccaro), soffermandosi e traendo la propria pura energia nel punto dove tali limiti si annullano, e dove la voce suadente di Nabil Salameh arriva a comunicare tutto il suo carisma e la sua forza emotiva. Specie per alcuni brani, certe melodie arabe mettono in risalto la bellezza dei testi, carichi di suggestioni e di emotività, di immagini e di metafore, che spesso parlano di percorsi interiori di conoscenza, di ricerca, di spiritualità, talvolta in una dimensione mistica vicina al sufismo, ancora una volta ad affermare un parallelismo tra oriente e occidente. Ben lontano dal voler fare "contaminazione" spicciola e godereccia, quello dei Radiodervish è un progetto musicale che fonda le sue radici nella multiculturalità, nella molteplicità dei linguaggi, musicali e verbali, che incontrandosi si fondono, annullando le distanze tra oriente e occidente, arabo e italiano, suoni elettronici e acustici, e non rinunciando a portare con sé un messaggio di dialogo e di fratellanza (a tal proposito ricordiamo la significativa collaborazione con la cantante israeliana Noa). A fine concerto domandiamo loro: "Come è andata la serata? C'era una bella atmosfera?". Ci sentiamo rispondere: "Voi cosa dite? Siamo stati bravini?" Braviniii?!?! Vorremmo rispondere noi... Ma ci sono già stati numerosi applausi per ringraziare dei momenti coinvolgenti che ci hanno regalato. E quale migliore incitamento a continuare a fare musica intelligente e carica di passione, come pochi sanno fare, che non continuare a seguirli...? *"Gli uomini sulla Terra sono uccelli di diverso piumaggio, ciascuno con il proprio tipo di musica e il proprio canto, e non appena l'illimitato potere di Dio discende alle sfere inferiori, si ode il canto degli uccelli che porta l'Altissimo attraverso tutte le stanze per sentire la dolce musica"el RaMak ** Due Soli trae origine da un'immagine un po' surrealista di un poeta mistico che si chiama Rumi, e parla di una giornata illuminata da due soli, e dell'energia positiva sprigionatasi in questa giornata particolare e che invade il mondo. Rumi tra l'altro è il fondatore della setta dei Dervisci Mevlevi, i dervisci roteanti di Cogne. "Che giorno è questo giorno che ci sono due soli? È un giorno diverso, dal cielo è giunta nel mondo La bellezza e una voce sta annunciando a tutti: uomini che avete perduto il cuore, siate felici, oggi è il vostro giorno".