Gennaio 2015

Il fuoco DELLA RINASCITA

Dalla notte di Pasqua alla vita eterna passando per la quotidianità


Manuela Bellomo

Quando si giunge nei pressi di una chiesa cattolica per la veglia di Pasqua si viene accolti dal fuoco. La notte di Pasqua non è mai particolarmente calda e la prima sensazione che si percepisce, avvicinandosi ad una chiesa, è dunque il calore. Il caldo vince sul freddo, la luce sulle tenebre, la vita sulla morte. Così comincia per un cattolico il lungo rito che porta alla celebrazione della Resurrezione di Cristo. L’emozione inizia lì, quando si arriva in chiesa e si guarda il fuoco che si agita nel braciere, è tutta una danza, scandita dal crepitio dei ciocchi di legno. E’ il fuoco nuovo quello appena acceso, che darà inizio al giorno della Resurrezione.
Dopo aver varcato la soglia della chiesa è tutto un fremito, come se il crepitio del fuoco facesse eco all’interno. Dopo i giorni della Passione e del lutto, dopo aver deposto Cristo nel Sepolcro, si comincia a respirare l’aria della festa. I paramenti hanno cambiato colore, sull’altare ci sono fiori e simboli pronti ad essere utilizzati e spiegati. Anche i volti delle persone hanno una luce diversa, più distesi, più sereni, le bocche si aprono in sorrisi nuovi nella Notte Santa, si è pronti a vivere insieme un grande mistero intorno a quel fuoco che accoglie i fedeli. La chiesa è però buia, dove sono le candele? Questa è la prima domanda che ci si pone. Per scacciare via le tenebre i fedeli cercano la loro candela, la luce che illumina i propri passi, in quella luce cercano Cristo, attendono il suo ritorno. E’ tutto pronto. La veglia inizia nel buio, il fuoco nuovo viene benedetto fuori della chiesa e viene portato tra i fedeli tramite il grande cero pasquale appena acceso, simbolo di Cristo. “Luce di Cristo, Luce del mondo” è il gioioso grido, cantato per tre volte, che accompagna la processione, mentre dal cero la luce viene distribuita ai fedeli. Le candele via via si accendono e la chiesa è sempre meno buia, la luce si sparge e sopra le fiammelle ci sono i volti dei fedeli, forse incantati più che oranti, ma la celebrazione è lunga, c’è il tempo per tutto, per l’emozione, per l’incanto, per la preghiera. Nella notte di Pasqua i fedeli rinascono prima nel fuoco e poi nell’acqua, con la memoria del Battesimo, quella vita nuova in Cristo riesce sempre a scuotere quanto a stupire. Il fuoco viene associato talvolta alla distruzione, eppure lo mettiamo tutti nel presepe un piccolo focherello che riscaldi Gesù Bambino, quasi timorosi del fatto che il bue e l’asinello non siano sufficienti per tenere al caldo un bimbo così piccolo. E ora, nella Notte Santa, quel bimbo tiene caldi noi e ci conduce ad una vita nuova. Il cero pasquale con il fuoco nuovo rimane acceso fino a Pentecoste, quando un fuoco ancora più potente, lo Spirito Santo, scende sugli Apostoli, apparentemente orfani di Cristo, ormai non più tra loro. L’uomo rinnovato viene ora mandato nel mondo a diffondere la Parola di Dio. La notte di Pasqua è solo l’inizio. Il fuoco è presente in molti altri momenti liturgici ed una piccola fiammella è sempre accesa accanto al tabernacolo per ricordarci la presenza di Cristo nell'ostia lì conservata. In una chiesa ci sono sempre fuochi accesi. I fedeli offrono preghiere mediante il gesto simbolico dell'accensione di una piccola candela. Ritroviamo il rito delle candele e del fuoco nelle cerimonie della Dedicazione della chiesa e nella Candelora, che ci ricorda la presentazione di Gesù al Tempio. Nel vecchio testamento una colonna di fuoco illuminò l'esodo nel deserto degli ebrei, in fuga dall'Egitto verso la terra promessa, per i cattolici il fuoco è Cristo, nuova luce viva, che illuminerà per sempre la vita dell'uomo. Il fuoco è dunque un simbolo importante per i cattolici, rappresenta una rinascita, un punto di riferimento, una guida, un consumarsi lento che illumina il cammino e riscalda il cuore.