2023

La relatività DEL TEMPO

La valenza degli archi di tempo varia anche nella storia della società


Ciccio Schembari

Ho iniziato la mia collaborazione con operaincerta nell’aprile del 2007. In operaincerta eravamo un bel gruppo, ci si incontrava una volta al mese, si faceva una bella cena, si stava in buona compagnia, si decideva il tema da trattare e ci si impegnava a scrivere, entro il mese, un articolo. La scelta era assolutamente non democratica in quanto, quasi sempre, prevalevano le proposte della “proprietà”, del direttore e del capo redattore anche perché loro avevano la responsabilità di trovare i temi e anche la memoria “storica” e però l’interpretazione del tema era parecchio libera e non c’era il “fuori tema. E andava benissimo così!
All’inizio ero scettico sulle mie possibilità di mantenere l’impegno mensile ma, man mano, ci presi gusto e non mancai, quasi mai, all’appuntamento e, talvolta, con più di un articolo. Così mi sono ritrovato con un “magazzino” di oltre centocinquanta articoli. Fu proprio una bella esperienza che accrebbe la mia conoscenza e migliorò la mia scrittura. Un gruppo di questi articoli li ho raccolti in un volume dal titolo Il pensiero adulto. Pensare e comportarsi da adulto, nella vita sociale e politica, come in quella privata, consiste nell’avere piena consapevolezza che qualsiasi cosa si vuole va “pagata” col denaro, con l’impegno, con lavoro, con la rinunzia ad altre opzioni. Però, nella vita politica, spesso e volentieri questo atteggiamento non si assume e ci si comporta in modo infantile e, come i bambini, si pretende dai politici il gelato, la bicicletta, la motoretta e questo e anche quest’altro e meno tasse e più servizi. Aver realizzato questo volume che prossimamente pubblicherò mi ha gratificato non poco. Spero di avere una buona accoglienza di lettori e comunque: grazie operaincerta!
Questi dodici anni di operaincerta mi hanno portato dai sessantaquattro agli ottanta anni e ho riflettuto sulla relatività del tempo. Uno stesso intervallo di tempo, per esempio l’arco di dieci anni, non ha sempre la stessa valenza ma questa varia in relazione al periodo in cui è collocato. Da zero a dieci anni ha una grande valenza, da dieci a venti è importante ma già la valenza è minore e così nei decenni successivi. Dai trenta ai quaranta o dai quaranta ai cinquanta cambia poco. Qualche capello bianco, non di più. Dai settanta in poi la valenza di nuovo aumenta quasi di anno in anno. Fino a settanta anni facevo attività fisica, teatro, biodanza e altro con gruppi di giovani e anche giovanissimi e reggevo le mie prestazioni come i miei compagni. Non avvertivo la differenza di età. Dopo i settanta anni, mi accorgo che, anno dopo anno, sono costretto a togliere qualcosa, a rinunciare a qualcosa.
La valenza degli archi di tempo varia anche nella storia della società. Mio padre nacque nel 1894 ed ebbe da suo padre e da tutta la società in cui era immerso le coordinate per il lavoro, per la costituzione di una famiglia, per la tessitura dei rapporti sociali e mio padre quelle coordinate e quella società ritrovò. Quando sono nato, nel 1943, mio padre massaro, pensando al futuro dell’unico figlio maschio ordinò un nuovo carretto siciliano riccamente decorato. Nel giro di pochi anni la società cambiò radicalmente e di carretti non se ne videro più. Ottanta anni l’arco di vita di mio padre e ottanta anni quello mio ma la valenza dei due periodi è decisamente diversa. Mio padre nacque coi carretti e morì coi carretti. Quando sono nato io ogni casa aveva la stalla e la cacca delle bestie che trainavano i carretti veniva lasciata sulle strade e oggi i carretti non si sa neanche cosa sono e la cacca del cagnolino va raccolta immediatamente mentre i fumi scaricati dai motori inquinano liberamente l’aria e i nostri polmoni. I due ottanta anni di vita, di mio padre e mio, sono lo stesso numero ma i cambiamenti che ho visto io, mio padre neanche in sogno!
Come è cambiato il mondo!
Nel 1945, il 6 agosto, l’aeronautica militare statunitense sgancia la prima bomba atomica su Hiroshima causando settanta mila morti all’istante e altrettanti subito dopo. Il 9 agosto ne sgancia una seconda su Nagasaki causando quaranta mila morti all’istante e altrettanti subito dopo.
A seguito di tale mostruosità i potenti del mondo non proibiscono la produzione di tali bombe ma fanno a gara ad averne di più costruendone ben 69.930 ridotte a 13.430 a seguito del trattato sul disarmo del 1987 così distribuite: Russia 6.375; USA 5.800; Cina 320; Francia 290; Regno Unito 215; Pakistan 160; India 150, Israele 90; Corea del nord 30. Ne bastano 50 per distruggere l’intera umanità. Non solo ma continuano a costruire armi tradizionali e a scatenare continuamente guerre ora qua, ora là al fine di vendere le armi prodotte. E si sa che le guerre sono fatte da persone che non si conoscono e che combattono e muoiono per gli interessi di persone che si conoscono e che non combattono e non muoiono. Mi domando e domando: siamo in mano ad homo sapiens o a gente insensata? Io ho paura! Voi?